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26 febbraio, zona Aretusea. Concludiamo il nostro tour fra le zone della regione. Il nostro incontro ha inizio nel segno della tenerezza: “Sii dolce con me. Sii gentile. E’ breve il tempo che resta. Poi saremo scie luminosissime. E quanta nostalgia avremo dell’umano. Come ora ne abbiamo dell’infinità. Ma non avremo le mani. Non potremo fare carezze con le mani. E nemmeno guance da sfiorare leggere. Una nostalgia d’imperfetto ci gonfierò i fotoni lucenti” (M. Gualtieri). Solo quattro le comunità ma ben affiatate, che affidano a Cettina il ruolo di coordinatrice e salutano Gianna ringraziandola per il lavoro svolto sino ad oggi. Tanta voglia di raccontarsi ed è piacevole stare ad ascoltare. Si pensa a quante attività vissute appena un anno fa e come adesso tutto è stravolto ma non la voglia di stare insieme. Qualcuno, a breve, festeggerà il decennale ed altri viaggiano verso i quaranta. Ci si scommette, comunque, tutti sul servizio. Supporto in parrocchia, ma anche in ambito sanitario con la donazione del sangue ed il sostegno all’A.I.D.O. Si riesce anche a salire sul palco per una recita che coglie nella parabola del “Figliol prodigo” il tema portante. Lo studio dei cammini francigeni. Il confrontarsi su: tragedia greca e Sacre Scritture. Antico Testamento e San Paolo sono i riferimenti per l’incontro con la Parola. Un tema che coinvolge tramite incontri web è: “Cercatori di speranza nel tempo della fragilità”.
In questi brevi scritti che raccontano gli incontri che la segreteria regionale ha avuto con le sei zone siciliane c’è questo e tanto altro. Sicuramente abbiamo percepito tante difficoltà ma anche tanta speranza che trova forza nella Parola e nella voglia di stare insieme. Ci siamo abituati a vedere i nostri volti rimpiccioliti dallo schermo di un PC o di un tablet, ma non ci siamo rassegnati a questo ed il desiderio di stare insieme come prima è grande. Ci avviciniamo alla Santa Pasqua e ci affidiamo al messaggio di Speranza che Essa racchiude. Il Risorto è per noi la più grande risposta al senso della vita. Offriamo le nostre difficoltà, le nostre sofferenze sulla via della croce ed avremo in cambio il volto della resurrezione.