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Sono già passate due settimane dal mio rientro da Casal di Principe ma l’emozione che provo è ancora forte, insieme a tanti fratelli scout ho vissuto una forte esperienza visitando, nell’anniversario dell’uccisione di don Peppe Diana, i luoghi dove lui ha vissuto e operato. Peppe Diana non era un semplice sacerdote, era un uomo che ha lottato per un mondo migliore, era uno scout che non si è fatto intimorire da nessuno ed è andato dritto per la sua strada fino al 19 marzo del 1994, giorno in cui la camorra barbaramente l’ha ucciso.
Don Peppe Diana viene ucciso mentre stava per celebrare la messa nella chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe, colpito da cinque proiettili. Lui ha solo lasciato questa terra, ma il suo ricordo è vivo più che mai. Fu assassinato dalla camorra per il suo impegno civile, religioso e antimafia in un territorio che all’epoca era dominio assoluto del clan dei Casalesi, gestito principalmente dal boss Francesco Schiavone, detto Sandokan. Don Peppino, così era abitualmente chiamato, non si era mai preoccupato di denunciare traffici illeciti, lavorava instancabilmente soprattutto con i giovani per spezzare il loro legame con la vita criminale, e per permettere ai giovani di avere nuove possibilità di crescita personale e di riscatto sociale.
“Per il mio popolo non tacerò” sono queste le parole simbolo di don Peppe Diana, prete eroe.
Ho vissuto, quindi, con tanti fratelli scout del masci, dell’agesci e dei foulard blanchi, due giornate memorabili percorrendo la vita del sacerdote, visitando i luoghi simbolo dove lui è cresciuto fino ad arrivare nel luogo dove lui è stato assassinato e il cimitero dove adesso è seppellito. Ho ascoltato tante storie di persone che insieme con lui hanno fatto “Strada”, ma il momento che più mi ha emozionato è stato andare a trovare mamma Iolanda, la madre di Peppino, l’abbiamo incontrata nella sua casa, ci ha accolti a braccia aperte e ci ha detto “quando vedo entrare in casa giovani con il fazzolettone è come se rientrasse a casa mio figlio”. La domenica mattina poi tutti in marcia per le vie di Casal di Principe tantissimi scout provenienti da diverse regioni con striscioni, e con gioia abbiamo ricordato il sacerdote eroe. Infine tutti insieme, eravamo circa seimila, abbiamo partecipato alla Santa Messa celebrata nello spazio antistante al cimitero dove è seppellito don Diana. Voglio concludere questo breve racconto delle due giornate vissute con un messaggio del presidente Sergio Mattarella per l’occasione . “Sradicheremo la camorra è una forma terrorismo e non prevarrà, anche in nome del suo martirio”.

Rossella Seminerio